Cosimo Sibilia è speranzoso: «Non dimentico che rappresento oltre un milione di tesserati, ma il campo è il nostro giudice, con le cautele del caso, l’obiettivo è portare a termine il campionato. Servono 40 giorni»
- Posted by antolai
- On 3 Aprile 2020
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«INSIEME, I DILETTANTI DEVONO RIPARTIRE; COME LA SERIE A COSI’ I TORNEI REGIONALI»
Il presidente della Lnd Cosimo Sibilia nel lungo intervento fatto su SportItalia ha ribadito quanto la situazione sia delicata, ma non compromessa del tutto. Lo ha fatto con cauto ottimismo, alle 23 di ieri 2 aprile, collegato in diretta Skype dalla sua abitazione davanti alle domande di Michele Criscitiello, che ha dedicato un corposo spazio al calcio dilettantistico italiano.
Il calcio riparte tutto insieme. «Credo che una volta stabilito che il coronavirus è una questione che non appartiene più all’attualità, tutti i campionati debbano ripartire dalla Serie A fino ai nostri campionati regionali con tutte le cautele del caso. Il calcio esce tutto insieme da questa situazione e parlo da presidente e responsabile di 12mila società, 60mila squadra, oltre 1 milione di tesserati, che organizza circa 600mila l’anno. Siamo stati i primi a fermare i campionati di Lombardia e Veneto soggette ad ordinanze regionali. Siamo un mondo che rappresenta tante qualità umane che portiamo ogni domenica sui campi di calcio. Perciò il calcio intero deve uscirne tutto insieme, ovviamente se e quando ci saranno le condizioni di praticabilità sanitaria. Nessuno si sognerà mai di mandare allo sbaraglio i nostri atleti, tecnici, arbitri, se non ci saranno, come detto, le condizioni di percorribilità sanitarie».
35-40 giorni è quanto serve alla Lega. «Il giudizio è quello di aspettare nel fare previsioni che possono essere smentite da un giorno all’altro. Non mi sento di pronunciarmi, la priorità è chiudere la tragedia del coronavirus e dopo, con la collaborazione delle istituzioni, cercheremo di portare a termine i campionati. Ho l’impressione che ora ci sia una valutazione approssimativa, tutti dobbiamo attenerci alle regole ma l’obiettivo è portare a termine il campionato, l’unico giudice è il campo. Se dovessimo ripartire il 17 maggio siamo in condizione di chiudere i nostri campionati entro il 30 giugno, abbiamo la necessità di 35-40 giorni giocando anche tre volte alla settimana».
Una volta superata la tragedia, potremo ripartire da dove ci siamo fermati. «Noi partiamo con quello che dice il comunicato numero 1 che stabilisce ciò che bisogna fare fino alla fine. Si parte dalla prima giornata e si completa, ora abbiamo la necessità di svolgere 8 giornate per certi gironi fino a 11 per quelli colpiti per primi dal coronavirus. Ci sentiamo di rassicurare tutti ma non sono né ottimista e né pessimista, dico solo che una volta superata la tragedia del coronavirus noi siamo pronti a partire come Lnd e ad impiegare 40 giorni per chiudere i campionati ripartendo da dove ci siamo fermati. Non dobbiamo fare previsioni, se ci saranno le condizioni governative e sanitarie potremmo cominciare ad allenarci dal 14 aprile».
Porte chiuse se non ci saranno le condizioni. «Per quanto riguarda l’impiantistica sportiva noi siamo disposti a discutere dove svolgere le partite, ove mai ci fosse il problema di qualche provincia non è nelle condizioni di ospitare le partite. Su queste cose ci confronteremo e sicuramente raggiungeremo il risultato. Porte chiuse? Se ci saranno le condizioni giocheremo a porte aperte ma la priorità è giocare perciò anche a porte chiuse. Non faccio supposizioni sulla stagione da annullare, dobbiamo prima aspettare le determinazioni governative e delle autorità sanitarie».
Fondi di sostegno? Valuteremo se il calciatore è un collaboratore. «Se non c’è prestazione non c’è rimborso spese, dovesse continuare questo stato di cose perderemo il 30% delle squadre, cioè circa 18mila, noi siamo la fotografia del paese. Bisognerà valutare se può essere inserito il calciatore nel contributo per i collaboratori sportivi o se il governo possa creare un fondo per i calciatori, giovani e meno giovani, che vivono per 1000 euro di rimborsi spese».
I giovani e i premi. «Io sono un presidente che guarda molto all’attività giovanile, vorrei che nei nostri campionati giochino sempre più giovani e infatti ne incentiviamo la presenza in campo con dei premi di carattere economico. L’anno prossimo avremo la stessa indicazione per gli under? Questo sarà oggetto della prossima riunione del Consiglio Direttivo, fin quando sarò presidente della Lnd vorrò sempre insistere per vedere giocare i giovani. La nostra Nazionale di Mancini è ripartita proprio dai giovani e ha vinto tutte le partite di qualificazione agli Europei».
Le promesse di Spatafora . «Ho apprezzato molto le dichiarazioni del Ministro Spadafora quando ha parlato di ciò che potrò essere destinato alle nostre società. Compatibilmente con le nostre finanze, visto che abbiamo fino ad ora fatto una gestione parsimoniosa, posso dire che le nostre società avranno una considerazione economico-finanziaria che possa alleviare i loro problemi. Ci aspettiamo che ci sia vicinanza concreta, senza voli di fantasia o progetti senza fondamenta. Una delle nostre richieste sarà quella di congelare i fitti degli impianti sportivi, di usufruire della legge Melandri anche per i dilettanti. Se avremo queste risposte saremo vicini alle nostre società, da soli non ce la facciamo».